Chi la prende la “scimmia”?
Un manager, arrivando la mattina in azienda, in ascensore incontra uno dei suoi collaboratori.
” Buongiorno Capo! Proprio te cercavo…. avrei un problema..”
“Dimmi di che cosa si tratta?”
Mentre il collaboratore espone le sua difficoltà, il capo riconosce ancora una volta le caratteristiche del problema che i suoi collaboratori gli portano:
-ne sa abbastanza per interessarsene
-ma non può risolvere il problema immediatamente
Il manager ascolta attentamente e alla fine gli dice:
“mi sono fatto un’idea della situazione. Fammici pensare e ti faccio sapere”
Cosa è successo?
Sulle spalle di chi si trovava Il problema (“la scimmia”) prima che il manager incontrasse il suo collaboratore?
E quando si sono salutati?
Quando una “scimmia” riesce a saltare dalle spalle del collaboratore a quelle del manager, quest’ultimo di fatto accetta una posizione subordinata facendo 2 cose che in genere fa lui per il proprio capo:
- accetta una responsabilità
- promette al collaboratore di tenerlo al corrente
Quest’ultimo chiederà aggiornamenti e questa si chiama Supervisione!
Ciò non vuol dire che, tutte le volte che un collaboratore chiede aiuto, va rispedito al mittente. Esistono casi dove necessariamente deve intervenire il manager.
Ma quante volte invece si vuole solo “scaricare” la difficoltà perché risolverla richiederebbe tempo e fatica? Nel contesto in cui viviamo, “lanciare la scimmia” a qualcun altro sembra essere la pratica più in voga con conseguenze estremamente dannose:
- il manager si trova ingolfato in pratiche che potrebbero essere risolte senza il suo intervento;
- i collaboratori non crescono perché non si cimentano nel superare le difficoltà.
Quindi, quando qualcuno arriva con un problema, ascoltiamolo attentamente, cerchiamo di stimolarlo con tutte le domande necessarie per approfondire e cerchiamo di aiutarlo a risolvere da solo il problema. E’ un processo più lungo ma molto più efficace: un collaboratore più competente ci permetterà di risparmiare tempo in futuro.
Se poi non si può fare diversamente accettiamo serenamente la “scimmia”.