La mente non sopporta gli spazi vuoti: non lasciamo i nostri collaboratori in sospeso
Quante volte ci capita di scorgere tra le nuvole un viso, un animale o un oggetto ben determinato? Non sorridete, non è né strano né casuale, ma un reale bisogno dell’essere umano. E’ il modo con il quale i nostri sensi rendono il mondo comprensibile, perché l’uomo desidera sempre trovare l’ordine dove regna la confusione. Questo è talmente vero che, quando non è possibile, la mente arriva a creare delle illusioni che lo permettono. Ci troviamo così a vivere in una realtà alternativa che ci trascina spesso verso l’errore.
La tendenza a individuare nelle costellazioni, nelle rocce o nelle nuvole forme ben definite, nasce e si sviluppa come forma di difesa a situazioni di pericolo poco visibili ed ha un nome ben preciso: pareidolia.
Ora voi penserete: ma cosa c’entra la pareidolia con la gestione dei collaboratori? In realtà c’entra tantissimo; associamo le due cose: bisogno di dare un senso ed una spiegazione a ciò che non ci è chiaro e pericolo.
Quando un nostro collaboratore vive una situazione di incertezza, tende spesso a vedere un pericolo e di conseguenza a cercare una spiegazione; ovviamente, lo farà secondo i suoi canoni e le sue convinzioni, incorrendo magari in errori clamorosi. Non a caso si dice che per raggiungere grandi traguardi dobbiamo avere idee chiare e obiettivi ben definiti. Viceversa, quando siamo confusi tendiamo a vivere alla giornata, ad accontentarci e a tirare avanti senza obiettivi né stimoli.
Spesso, sottovalutiamo le conseguenze di situazioni poco chiare e in molti casi, sopraffatti dai tanti input che ci arrivano, non sempre condividiamo i nostri pensieri e i nostri ragionamenti con tutto il team. Questo spazio, come abbiamo visto, non può rimanere vuoto e viene di conseguenza “riempito” in modi spesso fantasiosi e privi di fondamento. Soprattutto poi, in periodi come questi, così pieni di cambiamenti.
Avrete notato, come in queste situazioni, i corridoi diventino luoghi affollati e rumorosi. Non ci si scambiano più idee ed esperienze sulle best practice ma solo ed esclusivamente sugli scenari futuri.
In conclusione, di fronte ad una situazione di incertezza, oggettiva o soggettiva, l’essere umano finisce per spendere tutte le sue energie alla ricerca di una spiegazione che spesso non è quella corretta.
1) Condividiamo la nostra vision ed i nostri pensieri con tutto il team senza lasciare nulla in sospeso;
2) Non accontentiamoci di feed back superficiali ma approfondiamo tutte le volte che abbiamo la sensazione che le menti non siano sgombre (ricordiamoci che i dubbi vengono sempre dopo);
3) Non facciamo mai passare del tempo tra una decisione o un cambiamento e la sua spiegazione perché il tempo in questo caso gioca a nostro sfavore