Napoleone e la pianificazione flessibile: la battaglia di Marengo
Dopo aver preso il controllo totale della Francia, Napoleone Bonaparte si rese conto che il suo paese aveva bisogno, dopo oltre 10 anni di guerra, di un periodo di pace per la ricostruzione. Non erano però dello stesso avviso gli Austriaci che avevano minacciosamente schierato due grandi armate, una ad est del Reno e una nel nord Italia e si preparavano ad invadere la Francia.
Per la sua prima grande campagna militare, Napoleone rimase chiuso nel suo ufficio per lungo tempo ad analizzare e studiare le mappe della Germania, della Svizzera e dell’Italia e facendo tutte le possibili ipotesi su azioni e probabili reazioni da parte degli Austriaci. Alla fine decise di attaccare nel nord Italia.
Il piano prevedeva:
- predisposizione di un esercito di riserva di 40.000 soldati scelti e posizionati nella Savoia e nel Vallese;
- l’attacco, con un esercito di 100.000 uomini al comando del generale Moreau, all’armata austriaca posizionata sul Reno per spingerla più ad est possibile ed allontanarla da dove sarebbe entrato;
- l’invasione del nord Italia con l’esercito di riserva e un ulteriore contingente distaccato di 20.000 soldati agli ordini di Napoleone stesso che a quel punto si sarebbe unito alle forze già presenti in Italia agli ordini del Generale Massèna impedendo così alle 2 grandi armate austriache di riunirsi e aumentando notevolmente le probabilità di vittoria.
Ma mentre posizionava le truppe per attuare il suo piano Napoleone venne a sapere che gli Austriaci nel frattempo avevano attaccato il generale Massèna costringendolo a ritirarsi a Genova e circondandolo. A quel punto reagì prelevando un contingente aggiuntivo in Svizzera e, grazie anche alla resistenza dei suoi a Genova che tennero impegnati gli avversari, riuscì ad entrare agevolmente in Italia con il suo esercito. Ma alla fine, con 2 settimane di anticipo rispetto ai programmi, il generale Massèna si arrese e gli Austriaci conquistarono Genova costringendo Napoleone a modificare nuovamente il suo piano.
Invece di aspettare i nemici a Milano, come gli avversari si aspettavano, Napoleone lanciò tutte le sue divisioni verso ovest e così come aveva previsto si scontrò con gli Austriaci a Marengo. Inizialmente i francesi ebbero la peggio ma quando tutte le divisioni si riunirono per gli Austriaci non ci fu più nulla da fare e pochi mesi dopo fu firmato il trattato di pace che voleva la Francia.
Nonostante disponesse di forze inferiori Napoleone vinse grazie ad un piano che univa dettaglio e flessibilità. Il tempo dedicato all’acquisizione e allo studio di tutte le informazioni disponibili, alla cura dei dettagli, all’analisi delle azioni e delle possibili reazioni da parte degli avversari gli permise di non trovarsi spiazzato di fronte agli imprevisti e alle circostanze e di modificare rapidamente le sue azioni .