“Tutto questo un giorno sarà tuo….?”
Quante volte nella vita reale ed in quella cinematografica abbiamo sentito il padre orgoglioso pronunciare questa frase rivolto ai propri figli? E nel nostro immaginario collettivo è esattamente così. Per noi è scontato che tutto quello che abbiamo costruito vada automaticamente ai nostri figli o comunque ai nostri cari. Ed in effetti da questo punto di vista l’Italia è un paradiso fiscale. Che però non durerà.
Ci sono a tal proposito 3 considerazioni da fare:
- L’Europa ci chiede maggiore rigidità nel perseguimento del pareggio di bilancio che tradotto vuol dire reperimento di nuove risorse;
- in Italia la ricchezza è in mano agli ultra sessantacinquenni;
- le imposte di successione in Italia sono del 4% con franchigie altissime mentre nel resto dell’Europa la media è di gran lunga
più alta.
La conclusione è ovvia: verrà alzata considerevolmente la tassazione agendo sia sull’abbassamento della franchigia che sull’innalzamento dell’aliquota. Le ipotesi che già circolano parlano di franchigia che scende da 1.000.000 a 300.000 euro e aliquote che passano dal 4 all’8%!
Devo poi considerare che il diritto successorio attualmente in vigore si basa ancora su una visione della famiglia patriarcale che di fatto si è completamente modificata.
In sintesi, se voglio essere sicuro che, alla mia morte il patrimonio vada esattamente a chi voglio destinarlo e che non sia depauperato dalle tasse, devo assolutamente pianificare la successione in vita, cosa che a noi Italiani non appartiene. Infatti, nonostante negli ultimi anni casi eclatanti come quello di Pietro Mennea o Lucio Dalla abbiano evidenziato come 2 righe su un pezzo di carta possano spostare patrimoni ingenti, solo il 5% della popolazione se ne preoccupa.
Ricordiamoci che pianificare la successione in vita:
- non ha costi (Testamento olografo) o costi minimi (Testamento pubblico);
- permette di evitare totalmente o parzialmente le imposte di successione (utilizzando prodotti esenti);
- evita liti tra fratelli o parenti;
- permette di trasferire l’azienda ai propri discendenti
Lasciare che sia qualcun altro a decidere del mio patrimonio (lo Stato) che, fra parentesi in questo momento non è che riscuota tutta la mia fiducia, dal mio punto di vista non mi sembra molto ragionevole. Forse è il caso di mettere da parte tutte le scaramanzie e le vecchie abitudini e preoccuparsene quando si è ancora in tempo. Non credi?